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195.Sta vasi Amor de lo stellato mondo
sotto un mirto fiorito entro i giardini,
e duo d’aspetto amabile e giocondo
coetanei fanciulli avea vicini.
L’un, che fu de le nozze autor fecondo,
di verde persa attorto i biondi crini,
d’aureo socco calzato, era Himeneo,
vago figlio d’Urania, e di Lieo:

196.l’altro era quei ch’ai Regnator sovrano
porge il licor divino in cavo smalto.
Facean tra sé costoro un gioco estrano,
e movean con le dita un strano assalto.
Or le palme stringeano, or de la mano
gittavan parte e sosteneano in alto,
e quinci e quindi i numeri per scherzo
la Sorte a un tempo essercitava in terzo.

197.Era de la contesa arbitro eletto
Como, Dio de’ conviti e de le feste,
Como, inventor del riso e del diletto,
piacer d’ogni mortai, d’ogni celeste.
E s’eran vari premi al suo cospetto
proposti giá da quelle parti e queste.
Recata avea di rose una corona
l’abitator di Pindo e d’Helicona.

198.Di nettare purpureo urna capace
è il pegno ch’assegnato ha Ganimede.
Amor, ch’è nudo, e fuor che strali e face
cosa non ha, ma vive sol di prede,
preso a la rete sua dura e tenace
promette al vincitor spoglia e mercede
Indico augel, che di smeraldo e d’ostro
ha fregiata la piuma, e tinto il rostro.