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91.Desperato s’appresta a la vendetta,
tentando impresa ove valor non vale,
ed espon sé, per troppo amar Saetta,
senza riscossa a volontario male.
Fassi incontro al feroce, indi l’aspetta,
pria brandisce lo spiedo, e poi l’assale.
Sovra il manco si pianta, e mentre il fiede,
segue la destra man col destro piede.

92.Con la tenera mano il ferro duro
spigne contro il Cinghiai quanto piú potè,
ma piú robusto braccio e piú securo
penetrar non poria dov’ei percote.
L’acuto acciar, com’abbia un saldo muro
ferito, overo una scabrosa cote,
com’abbia in un’ancudine percosso,
torna senza trar fuor stilla di rosso.

93.Quando ciò mira Adon, riede in se stesso
tardi pentito, e meglio si consiglia.
Pensa a lo scampo suo, se gli è permesso,
e teme e di fuggir partito piglia,
perché gli scorge in riguardarlo appresso
quel fiero lume entro l’orrende ciglia
c’ha il Ciel talor, quando tra nubi rotte
con tridente di foco apre la notte.

94.Fugge, ma ’l mostro innamorato ancora
per l’istesso sentier dietro gli tiene,
ed intento a seguir chi l’innamora
per abbracciarlo impetuoso viene.
Ed ecco un vento a l’improviso allora
(se [Marte o Cinthia fu, non so dir bene)
che per recargli alfin l’ultima angoscia
gli alzò la vesta, e gli scoprí la coscia.