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50.Tal di Grecia il Garzon Thessaglia scorse
del dí cacciando alleggerir la noia,
e recar poi di Tigri uccise e d’Orse
al maestro biforme orride cuoia.
Tal giá le selve sue trascorrer forse
vide Cartago il Giovane di Troia,
ed aspettar con baldanzosa fronte
se superbo Leon scendea dal monte.

60.E tal vid’io di cani e di cavalli
menando il gran Luigi elette schiere,
talor di Senna per l’amene valli
castigar l’ozio, e seguitar le fere;
e con l’invitta man che regge i Galli,
e ch’è nata a domar genti guerrere,
tra i lor covili piú riposti ed ermi
espugnar per trastullo i mostri inermi.

61.Tutta la selva di scompiglio è piena,
chi, teso l’arco, a saettar s’accinge,
chi la rete racconcia e la catena,
chi la fune rallenta, e chi la stringe.
Altri il can, che squittisce, a forza affrena,
altri, sciolto il cordon, l’irrita e spinge.
Questi col rauco suon la fera sfida,
quei sovra un faggio di lontan la sgrida.

62.Scorre Adon la verdura, entra soletto
tra i piú folti cespugli, e scende e poggia
tanto che trova un torbido laghetto,
accumulato di corrotta pioggia,
e s’accosta a la costa, ove gli è detto
che gran Cinghiale e spaventoso alloggia,
perché veder, perché distrugger vòle
quell’animata e smisurata mole.