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27.Ma dov’è Marte il tuo furore? e dove
l’alto valor che signoreggia i ferri?
Quegl’innocenti e miseri, ch’a Giove
gridan mercé, senza pietate atterri.
Contro chi meno il meritò si move,
talor fuor di ragion l’ira disserri.
Distrugger squadre armate hai pur trastullo,
e t’offende e schernisce un vii fanciullo!

28.Sei tu colui che i popoli e gl’imperi
mieter da la radice hai spesso in uso?
per cui la Parca innaspatrice interi
vota talvolta i secoli dal fuso?
Non se’ tu quei c’hai degli Scithi alteri,
del Gelon, del Biston l’orgoglio ottuso?
dietro al cui carro invitto umil ne viene
il Terror col Furor stretto in catene?

29.Ed or l’armi e i trofei basso e vulgare
concorrente mortai di man ti toglie,
e soffri pur, che quelle membra care
sien delizie communi a l’altrui voglie!
Che ti giovano omai tante e si chiare
prede, palme, corone, insegne e spoglie,
s’un pargoletto ogni tua gloria uccide,
e de’ trionfi tuoi trionfa e ride?

30.Se fusse tuo rivai quel Re superno
che dal Ciel move il tutto, e ’l tutto potè;
se fusse emulo tuo quel c’ha in governo
Tacque, e col gran tridente il mondo scote;
se fusse quel, cli’ad Hecate d’Averno
donò lo scettro ruginoso in dote;
potresti almen di quest’oltraggio audace
darti con piú ragion conforto e pace.