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151.L’occhio pien di terrore e di bravura,
in fra nero e verdiccio, altrui spaventa,
e con torvo balen di luce oscura
la fierezza e ’l furor vi rappresenta.
Portamento ha superbo, e guatatura
sí feroce ed atroce e violenta,
che rassembra Aquilon qualor piú freme,
e col torbido Egeo combatte insieme.

152.Su la giuba, che tinta ha di morato,
rete si stende d’or sottile e ricca,
e con puntali pur d’oro smaltato
gli angoli de le maglie insieme appicca.
Porta sotto l’ascella il manto alzato,
il manto che da l’omero si spicca,
e ’l lembo, che dal braccio a terra cade,
con lunga striscia il pavimento rade.

153.Di lavoro azimin la scimitarra
larga, breve e ricurva appende a l’anca.
Dietro ha il carcasso, e per traverso sbarra
l’arco serpente in su la spalla manca.
In forma di Piramide bizarra
un globo intorno al crin di tela bianca
erge, com’è de’ Barbari costume,
diviluppate fasce alto volume.

154.Con la test’alta, e con le nari rosse,
con furibonda e formidabil faccia
sbuffando un denso fumo, egli si mosse,
a guisa di Leon quando minaccia.
Snudò le terga ben quadrate e grosse,
brandí le forti e nerborute braccia,
di forza, di vigor, d’asprezza piene,
scropolose di muscoli e di vene.