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79.Ne la fronte purissima biancheggia
senza rossore alcun semplice latte,
ma ne le guance, ove ’l candor rosseggia,
con la neve la grana in un combatte;
e la mistura è tal che si pareggia,
quasi d’avorio e porpora sien fatte;
ma con due d’or in or picciole fosse
suole un riso gentil farle piú rosse.

80.Ondeggia il Tago in su la bionda testa,
il crin piove diffuso in ricca massa,
e del bel tergo a quella parte e questa
in piú ricci pendente andar si lassa.
Ceruleo è il manto, e la leggiadra vesta,
che de la coscia il termine non passa,
è d’un lubrico raso, i cui reflessi
somiglian nel color gli occhi suoi stessi.

81.Un cappel Serican, ch’erge la piega,
tinto di puro oltramarino il pelo,
gli ombra la fronte, e per traverso spiega
piuma pur di color simile al Cielo;
e ’n su la falda la conficca e lega
con grossa punta del piú fino gelo
di quella gemma un lucido fermaglio,
la qual del sangue sol cede a l’intaglio.

82.L’animato del piè molle alabastro,
ch’oscura il latte del sentier celeste,
stretto a la gamba con purpureo nastro
di cuoio azurro un borsacchin gli veste,
in cui da saggia man di nobil mastro
fur di vario lavor gemme conteste,
e ’n massicci rilievi effigiate
di fibbie ad uso imaginette aurate.