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163.Altrettanti n’hai tu leggiadro Adone,
tranne la belva che ’l castello porta,
la qual pur dianzi nel funesto agone
per man d’un fier Saéttator fu morta.
Tutto il resto involò l’aspra tenzone,
tempesta orrenda ha l’altra gente absorta.
Mesta a vedere e lagrimosa scena
desolata di popoli l’arena.

164.Soli i duo capi e senza spose a’ fianchi
stansene avolti in dolorose spoglie.
Ma pur da rea Fortuna afflitti e stanchi
ai secondi imenei piegan le voglie.
Invita prima il Regnator de’ bianchi
le fide ancelle de l’antica moglie
al consorzio reai; ma si compiace
provar pria di ciascuna il core audace.

163.Le conforta a varcar gli argini ostili,
e le manda a tentar l’ultima meta,
per veder qual piú spirti abbia virili
e sia piú franca e generosa Atleta.
Nozze reali a femine servili
sperar per legge espressa il gioco vieta,
salvo a quell’una sol, eh’invitta e prima
de l’altro limitar tocchi la cima.

166.Troncan gl’indugi le ministre elette,
la proposta mercé fa piano il guado.
Ma l’altre a quella pur cedon costrette
che tien del destro corno il terzo grado.
L’ali a le piante ambizion le mette
tanto ch’oltre sen vola, altrui malgrado,
e mal può de la gloria il bel sentiero
interdirle il Rettor del popol nero.