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107.Ma stimulata da desiri ardenti
d’indugio accusa i volator leggieri
la coppia bella, e le parrebbon lenti
del Rettor de la luce anco i destrieri.
Fa le rote strisciar lievi e correnti
lubrico il carro a que’ divini imperi,
il carro, che nel grembo accoglie e serra
le bellezze del Cielo, e de la terra.

108.In Occidente il Sol giá si calava
sferzando i corridor verso le stalle,
né piú dritto su ’l capo i rai vibrava,
ma per traverso altrui feria le spalle;
e giá la Notte gelida tornava
dagli antri fuor de la Cimeria valle
le campagne del Ciel serene e belle
con negra mano a seminar di stelle:

109.quando andaro a sfogar nel letto usato
de l’usata magion gli accesi cori,
che spirar si sentia per ogni lato
de Cantiche dolcezze ancor gli odori.
Quivi iterando poi lo stil passato,
tornaro ai primi scherzi, ai primi amori.
L’un senza l’altro ad altra cura intento
né rnovea passo, né traea momento.

110.Un di sotto la loggia, ove sovente
dispensan l’ore insieme, e le parole,
Venere, che giá mai l’occhio o la mente
non allontana da l’amato Sole,
vedelo in un pensier protondamente
immerso, e piú tacer ch’egli non suole,
poi che l’amiche Ninfe assise al fresco
han del bianco manti! spogliato il desco.