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GLI ERRORI

23Ó

335.Scherma non ha, non ha ragion di Marte,
ma di forza e destrezza ogni altro avanza,
e dove manca esperienza ed arte,
l’agilitá supplisce, e la possanza.
Venne costui gridando a quella parte,
dov’avea di venir sovente usanza,
e mezo ancor tra strangolato e vivo
un suo Daino lanciò nel primo arrivo.

336.Un Daino a prima giunta il fier Selvaggio,
ch’avea pur dianzi in quelle macchie preso,
scagliò contro Sidonio, il qual fu saggio
di quel colpo a schivar l’impeto e ’l peso,
che trasse il tronco d’un robusto faggio,
quasi fulmin celeste, a terra steso.
Il mostro allor piú rapido che vento,
gli aventò tre saette in un momento.

337.Due ne volano a vóto, e la corazza
dal terzo strale il Cavalier difende.
I dardi lascia, ed a due man la mazza
senza indugio il peloso intanto prende.
Occorre l’altro a quella furia pazza,
e ’l brando oppon contro il baston che scende,
e per mezo gliel taglia; in questo mentre
tira di punta, e lo ferisce al ventre.

338.La roza Bestia, che non mai creduto
in lui trovar tanta difesa avria,
visto che contro il ferro il cuoio irsuto
non giova, Adone afferra, e ’l porta via.
Si dibatte il fanciullo, e chiede aiuto,
ma invan, ché giá colui l’ha in sua balía,
ond’a sdegno e pietá mosso il Guerriero
prestamente rimonta in su ’l destriero.