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91.Melanto nato al freddo Tronto in riva
lá tra l’Alpe Picena e la Peligna,
suo curator, suo difensor veniva,
e seco in un facea l’erba sanguigna.
Per la calca maggior questi il seguiva,
e fermando talor l’asta ferrigna,
volgeasi a rimirar quai piú mortali,
de l’occhio o de la man, fusser gli strali.

92.Or davante, or da tergo, ed or da’ fianchi
gli lasciava i guerrier feriti e vinti,
perché gli avanzi suoi storditi e stanchi
fusser da lui con minor rischio estinti.
In cotal guisa, ove i piú fieri e franchi
segnalarsi vedea di sangue tinti,
le fatiche scemando al bel fanciullo,
di spianargli la strada avea trastullo.

93.Cosí strozziero a l’aghiron talora
spuntando il lungo rostro e i curvi artigli,
al falcon giovinetto, e non ancora
uso a le cacce, agevola i perigli.
Cosí Leon, traendo al bosco fora
de l’aspra cova i non chiomati figli,
Caprio o Torel, cui di branar disdegna,
lor mezo ucciso a divorare insegna.

04.Va tra’ nemici Armillo, e l’arco tende,
ch’è di fin or pomposamene adorno,
e ’l cordone ha di seta, e tutto splende
di sottil minio e di lucente corno.
Con la manca nel mezo il nervo prende,
ed al dritto de l’occhio il gira intorno,
con l’altra il laccio tira, e fuor del legno
fa guizzar l’asta, ed accertar nel segno.