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GLI ERRORI

23.D’altri ladri abitanti in questa torre
numerosa famiglia anco s’accoglie,
che cura han de l’albergo, e di riporre
dal Capitan le riportate spoglie.
Ognun l’onora, incontro ognun gli corre
sí come a proprio Re, fuor de le soglie;
ed essaltando il Duce e la Donzella,
lodan di forte l’un, l’altra di bella.

24.Entrato Malagor disse — Compagni,
da ch’io Rhodo cangiai con questo bosco,
uom che non m’ami, o che di me si lagni,
tra voi fin qui non veggio, e non conosco.
Sapete ch’ogni parte ho de’ guadagni
sempr’egualmente accommunata vosco.
Dividendo prigion’, vesti o danari,
sempre trattati v’ho meco del pari.

25.Ché quando elessi una tal vita, e quando
io declinai de’ miei l’alte vestigia,
non tanto a gir fuor de la patria in bando
de l’ór mi mosse l’avida ingordigia,
quanto con atto illustre e memorando
de’ nemici mandati a l’onda Stigia
da fronte a fronte, e sol per valor d’armi,
generoso desio di vendicarmi.

26.Or se non son di mercé tanta indegno,
vi cheggio in cortesia sola costei.
Ben per la potestá, di cui giá degno
mi giudicaste, tòrlami potrei;
ma tolga il Ciel, ch’io nulla aver con sdegno
voglia giá mai de’ famigliari miei.
Da voi terrolla, e sotto i vostri auspici,
quando vi piaccia, io ve ne prego. Amici. —