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239.Havvi ancora i Pianeti e gli Elementi,
tre Provincie del mondo, e quattro Etati,
rilievi pur d’artefici eccellenti,
del metallo medesimo intagliati.
Parte poi di bisanti e di talenti,
di medaglie e di stampe havvi dai lati,
parte di zolle cariche e di masse
ampi forzieri, e ben capaci casse.

240.Tra forziero e forzier v’ha tavolini
d’estranie pietre, e gabbinetti molti,
che di vezzi di perle e di rubini
tengon gran mucchi e cumuli raccolti.
Altri lapilli generosi e fini
in piú groppi vi son legati e sciolti.
Scettri e corone v’ha, branchigli e rose,
c catene, e cinture, ed altre cose.

241.Vi conobbe tra mille il bel diamante
Adon, che giá la Maga empia gli tolse.
Oh Dio con quanti baci, oh Dio con quante
affettuose lagrime il raccolse.
Ma quando poi col fido specchio avante
gli occhi a l’amata imagine rivolse,
traboccò di letizia in tanto eccesso
che ne l’imaginar resta inespresso.

242.Sorge in mezo a la sala aureo colosso
maggior degli altri assai tutto d’un pezzo,
d’un pezzo sol, ma sí massiccio e grosso
che non è fabro a fabricarne avezzo.
Di Fortuna ha l’effigie, e tiene addosso
tante gemme, e nel sen, che non han prezzo.
Tal è la rota ancor, tal è la palla,
tale il Delfin che la sostiene in spalla.