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231.Con questi ultimi detti il Corner Divo
de’ Numi eterni il suo parlar conchiuse,
e lá tornato, ove lasciò Gradivo,
la bugia colorí d’argute scuse.
Ma poi con Citherea cheto e furtivo
lungamente in disparte ei si diffuse,
e le narrò dopo la ria prigione
il caso miserabile d’Adone.

232.Instrutto Adon dal consiglier divino,
per le due volte giá varcate vie
non tardò punto a prendere il camino
verso le case scelerate e rie.
Era quand’egli entrò nel bel Giardino
tra ’l fin de l’alba e ’l cominciar del die.
Giá s’apriva del Ciel l’occhio diurno,
ed era a punto il dí sacro a Saturno.

233.Ode intanto sonar tutto il Palagio
di lamenti che van fino a le stelle,
quasi infelice ed orrido presagio
di dolorose e tragiche novelle.
Ed ecco vede poi lo stuol malvagio
sbigottir, scolorir de le donzelle,
e quasi di cadavere, ogni guancia
di vermiglia tornar livida e rancia.

234.Vedele orribilmente ad una ad una
vestir di sozza squama il corpo vago,
e d’alcun verme putrido ciascuna
prender difforme e spaventosa imago.
Vede tra lor con non miglior fortuna
la Fata istessa trasformarsi in Drago,
e ’n fogge formidabili e lugubri
tutte alfin divenir bisce e colubri.