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99.Ma perché dubbio alcuno in te non resti,
e le bellezze mie non prenda a riso,
mira ciò che tu perdi, e ciò ch’avresti:
ecco t’apro il tesor del Paradiso.
Guarda se bella pur sotto le vesti
altrettanto son io, quanto nel viso. —
Cosí dicendo, s’accorciò la gonna,
e si gli fe’ veder, ch’ell’era Donna.

100.Poi le luci girò bieche e traverse
sí che mirando lui, mirava altrove,
e quella bocca ad un sorriso aperse,
che sepoltura par, se s’apre o move;
e innanzi a lui sí oscene e sí diverse
di sua disonestá prese a far prove,
che di fastidio ogni altro cor men franco
fora assai meno a sofferir giá stanco.

101.Un tratto pur l’impazienza il vinse,
ché sdegno degno e generoso il mosse.
Mentre la bruttarella a lui si spinse
sfacciata per baciar piú che mai fosse,
Adone il pugno iratamente strinse,
e la sinistra tempia le percosse.
Nel malpolito crin poscia la prese,
ed a forza di calci al suol la stese.

102.La fiera Gobba intorno a lui s’attorse
aviticchiata in mostruosa Iutta,
e con l’ugne il graffiò, co’ denti il morse,
quanto arrabbiata piú, tanto piú brutta.
Ai romori, a le strida Hidraspe corse,
che risonar facean la casa tutta,
e sgridando il garrí, che la Scrignuta,
deputata a servirlo, avea battuta.