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87.S’una volta averrá, che tu pervegna
pur di quel core ad occupar la reggia,
ch’oggi la madre di colui che regna
nel terzo Ciel, s’usurpa e tiranneggia,
essendo tu, se non di lei piú degna,
di bellezza almen tal che la pareggia,
credimi, il primo ardor posto in oblio,
l’inessorabil tuo diverrá pio.

88.La gemma poi, che fa gl’incanti vani,
e ’n cui tanta virtú stassi raccolta,
modo ben troverem, che da le mani
o per froda o per forza a lui sia tolta.
Contro l’arte che sforza i petti umani
far allor non potrá difesa molta;
e tu di Citherea preso l’aspetto,
malgrado alfín di lei, n’avrai diletto. —

89.Falsirena a quel dir si riconforta,
e novo ardire entro ’l suo cor si cria,
però che ’l favellar che speme apporta
di cosa conseguir che si desia,
risuscitando la baldanza morta,
fa creder volentier quel ch’uom vorria.
Quindi a colei, che di ciò far promette,
lascia cura del tutto, e si rimette.

90.Miseramente in questo mezo Adone
in dura servitú languia cattivo,
passando la piú rigida stagione
squallido, afflitto, e quasi men che vivo.
Oltre il disagio e ’l mal de la prigione,
e Tesser del suo ben vedovo e privo,
forte accresceagli al cor pena e cordoglio
del crudo Hidraspe il temerario orgoglio.