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76 la fortuna


79.Mentr’è caldo il metallo, i tre fratelli
ch’un sol occhio hanno in fronte, e son Giganti,
con vicende di tuoni i gran martelli
movono a grandinar botte pesanti;
e ’l dotto mastro al martellar di quelli,
che fan tremar le volte arse e fumanti,
per dar effetto a quel c’ha nel disegno
pon gli stromenti in opera, e l’ingegno.

80.Tosto che ’l ferro è raffreddato, in prima
sbozza il suo lavorio rozo ed informe,
poi sotto più sottil minuta lima
con industria maggior gli dà le forme.
L’arrota intorno, e lo forbisce in cima,
applicando al pensier studio conforme.
Col foco alfin l’indora, e col mordente,
e fa l’acciaio e l’or terso e lucente.

81.Poi che l’egregio artefice a lo strale
per tutto il liscio e ’l lustro ha dato a pieno,
n’arma il fanciullo un’asticciuola frale
ma che trafige ogni più duro seno.
Gl’impenna il calce di due picciol’ale,
e ’l tinge di dolcissimo veleno:
e tutto pien d’una superbia stolta
pon la caverna e i lavoranti in volta.

82.Va de la Dea che generaro i flutti
il baldanzoso e temerario figlio
spïando intorno, e i ferramenti tutti
de la scola fabril mette in scompiglio.
Or de’ Ciclopi mostruosi e brutti
la difforme pupilla e ’l vasto ciglio,
or il corto tallon del piè paterno
prende con risi e con disprezzi a scherno.