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canto primo 69


51.Così cantava, indi arrestando il canto,
con lieto sguardo al bel Garzone arrise,
ed a lo scoglio avicinata intanto
spalmò quel legno, e ’n su ’l timon s’assise.
— Adon, seguimi — disse — e vedrai quanto
cortese stella al nascer tuo promise.
Prendi la treccia d’or, che ’n man ti porgo,
né temer di venirne ov’io ti scòrgo.

52.Ben che vulgare opinïone antica
mi stimi un Idol falso, un’ombra vana,
e cieca, e stolta, e di virtù nemica
m’appelli, instabil sempre, e sempre insana;
e Tiranna impotente altri mi dica,
vinta talor da la Prudenza umana:
pur son Fata, e son Diva, e son Reina,
m’ubbidisce Natura, il Ciel m’inchina.

53.Chïunque Amore o Marte a seguir prende,
convien che ’l nome mio celebri e chiami.
Chi solca l’acqua e chi la terra fende,
o s’alcun v’ha ch’onore e gloria brami,
porge preghi al mio Nume, e voti appende,
e io dispenso altrui scettri e reami.
Toglier posso e donar tutto ad un cenno,
e quanto è sotto il Sol reggo a mio senno.

54.Me dunque adora, e ’n su l’eccelsa cima
de la mia rota ascenderai di corto.
Per me nel trono, onde ti trasse in prima
l’empio inganno materno, or sarai scòrto;
sol che poi dove il fato or ti sublima
sappi nel conservarti essere accorto:
ché spesso suol con preveder periglio
romper fortuna rea cauto consiglio. —