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canto primo 67


43.Ma chi ritrar de l’un e l’altro ciglio
può le due stelle lucide serene?
Chi de le dolci labra il bel vermiglio,
che di vivi tesor son ricche e piene?
O qual candor d’avorio, o qual di giglio
la gola pareggiar, ch’erge e sostiene,
quasi colonna adamantina, accolto
un Ciel di meraviglie in quel bel volto?

44.Qualor, feroce e faretrato Arciero,
di quadrella pungenti armato e carco
affronta, o segue, in un leggiadro e fiero,
o fere attende fuggitive al varco,
e in atto dolce Cacciator guerriero,
saëttando la morte, incurva l’arco,
somiglia in tutto Amor: se non che solo
mancano a farlo tale il velo, e ’l volo.

45.Egli tanto tesoro in lui raccolto
di Natura e d’Amor par ch’abbia a vile,
e cerca del bel ciglio e del bel volto
turbar il Sole, inorridir l’Aprile.
Ma minacci cruccioso, o vada incolto,
esser però non sa, se non gentile;
e rustico quantunque, e sdegnosetto,
convien pur ch’altrui piaccia a suo dispetto.

46.Or mentre per l’Arabiche foreste,
dov’ei nacque e menò l’età primiera,
l’orme seguia per quelle macchie e queste
d’alcuna vaga e timidetta fera,
errore il trasse, o pur destin celeste,
da la terra deserta a la costiera,
colà dove fa lido a la marina
del lembo ultimo suo la Palestina.