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175.— Or che di tante meraviglie ascose
l’ordin m’è noto, ai secoli prescritto,
molto vago sarei con l’altre cose
d’udir quanto di me nel fato è scritto.
Tu, per cui ciò che san, san le famose
scole d’Arcadia, e i gran Musei d’Egitto,
deh qual di mie fortune in Ciel si cela
fausto o misero evento, a me rivela.

176.Risponde il divin Messo: — l’om per natura
ad oraeoi fatidico ricorre,
perché qualunque o buona o rea ventura
sia per lui fissa in Ciel, gli deggia esporre.
Ma sovente adivien, ch’egli procura
d’intender quel che poscia inteso aborre;
e s’infortunio alcun gli si predice,
vive vita dubbiosa ed infelice.

177.E v’ha talun che da gran rabbia mosso,
senza guardar che ’l mal vien di qua sopra,
qual can, che morde il sasso ond’è percosso
odia colui che la bell’arte adopra.
tacer non vo’ pertanto, e far non posso,
che ’l gran rischio imminente io non ti scopra;
che se ben contro il Ciel forza non hanno,
pur giova a molti antivedere il danno.

178.Quando il Pianeta che de’ cerchi nostri
regge il minor, concorse al tuo natale,
feri varcando il gran sentier de’ mostri
1! piú bravo e magnanimo animale,
e ’l settimo occupò di tutti i chiostri
angolo, ch’è fra gli altri Occidentale.
Tal che nel lume suo trovossi unito
ferino il segno, e violento il sito.