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155.Ma strano caso avien, mentre per Tonde
l’edificio mirabile camina,
però che tra le cupe acque profonde
l’assorbe la voragine marina.
Ciprigna istessa, che nel mar s’asconde,
e dal mar nacque, ed è del mar Reina.
credendol Marte, in quel passaggio il prende
per abbracciarlo: alfin delusa il rende.

156.Dal divino Scultor veggio animato
l’alto destrier, che sembra un picciol monte
Veggiol, quasi da Pallade intagliato,
far con la vasta imago ombra al gran ponte.
E mentre quivi in cotal atto armato
se medesmo a mirar china la fronte,
Tistesso Eroe, del Ciel fatto Guerriero,
non sa dal finto suo scegliere il vero.

157.Ella, che de l’Artefice, ch’avanza
Natura istessa, il gran prodigio ammira,
sente da l’insensibile sembianza
uscir vive faville, onde sospira;
e temprando il martír con la membranza,
da la scultura, che si move e spira,
pende immobile, e tace, e cosí intanto
inganna gli occhi, e disacerba il pianto.

158.Ma come quella a cui non d’altro cale
che ’n vera pace assecurar Parigi,
per riunirsi a la corona Australe
stringe con esso lei la Fiordiligi.
Figlia del gran Monarca Occidentale
l’alta sposa sará del buon Luigi,
A N n a, che ne’ verd’anni ed immaturi
fia ch’agli anni rapaci il nome furi.