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139.Un’altra Caterina ha in compagnia,
che come il volto, ha l’abito vermiglio.
Quella e questa del par sposata ha
del sangue d’Ocno a genitore e figlio.
Ma vedi come a la gran Suora e Zia
reverenti ambedue volgono il ciglio,
dico a costei, che senza spada o lancia
ha sol con gli occhi a trionfar di Francia.

140.Dal Mare il nome avrá, di cui fu prole
l’istessa Dea c’ha del tuo core il freno;
e com’è di bellezza un chiaro Sole,
cosí fia un Mar di mille grazie pieno.
Raccorrá in sé quanto raccoglier suole
di ricco il Mare e di pregiato in seno.
Anzi al Mar dará perle il suo bel riso,
oro il bel crine, e porpora il bel viso.

141.In questo sol dal Mar fia differente:
ricetta ei scogli e mostri, ira e iurore;
ma costei sosterrá scettro innocente,
pien di clemenza, e privo di rigore.
In lei duo vivi Soli hanno Oriente,
nel Mare il Sol tramonta, e ’l giorno moie.
Agli assalti de’ venti il mar soggiace,
l’animo suo tranquillo ha sempre pace.

142.Non fia giá mai fra le piú degne e conte
dovunque il volo mio stenda i suoi tratti
altra che la pareggi o la sormonte
in leggiadre fattezze, o in chiari fatti.
Prudenza in grembo, e pudicizia in fronte,
senno ne’ detti, e maestá negli atti
nova Aspasia la fan, nova Mammea,
anzi, degna del Ciel, novella Astrea.