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91.E qui Venere tace, indi gli addita
in disparte un drappel di donne elette;
e fra lor, come capo, è reverita
una, che trae per man tre pargolette.
Tien composta negli atti, a brun vestita
le bionde trecce in fosco vel ristrette;
e diadema reale ha su la chioma
di tre Gigli fregiato, e di sei Poma.

92.Son le fanciulle a la beltá materna
e nel volto e nel gesto assai sembianti;
e ’n fronte a la maggior par si discerna
cerchio di gemme illustri e scintillanti,
sí che d’Apollo la corona eterna
tempestata non è di raggi tanti:
onde nel tutto a lei si rassomiglia
di sí gran genitrice emula figlia.

93.Tal dove l’ombre trionfali spande
la pianta amica a Giove, e cara al Sole,
sotto il suo tronco verdeggiante e grande
tenera sorge e giovinetta prole.
Tal rosa ancor non atta a le ghirlande
non aperta e non chiusa in orto suole
spiegando a l’aura i suoi novelli onori
da la madre imparar come s’infiori.

94.Parve fra le piú degne e piú leggiadre
questa ad Adon la piú leggiadra e degna,
onde rivolto a la benigna madre
del picciol Dio che nel suo petto regna,
— Chi è colei, che fra sí belle squadre —
disse — d’ogni beltá porta l’insegna?
colei che ’n vista affabilmente altera
guida l’illustre ed onorata schiera?