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259.In questo raezo il Capitano alpino
di far gualdane e correrie non resta.
Filizano, ed Annone, e ’l Monferrino
con mille piaghe in mille guise infesta.
Oltre il frutto perduto, il contadino
forza è che paghi or quella taglia, or questa.
Corre l’altrui licenza, ove l’alletta
desire o di guadagno, o di vendetta. —

260.Cosí divisa, e de l’istorie ignote
svela il fosco tenor lo Dio d’Egitto:
quando nel terso acciar, tra le cui rote
quanto creò Natura è circoscritto,
Adone in parti alquanto indi remote
volgesi, e vede un non minor conflitto,
dove la gente in gran diluvio inonda,
e diffuso in torrenti il sangue abonda.

261.Onde rivolto al messaggier volante,
de la bella facondia arguto padre,
disse: — O Nunzio divin, tu che sai tante
meraviglie formar nove e leggiadre,
l’altra guerra, che fan quindi distante
l’altre, ch’altrove io veggio, armate squadre,
fammi conto ond’avien, poi ch’ancor quivi
par si combatta, e corra il sangue in rivi. —

262.— Io ti dirò — risponde —, altra cagione
Austria in un tempo a guerreggiar sospinge
con la Donna reai del gran Leone,
che per Adria guardar la spada stringe.
Né pur del sangue di piú d’un squadrone
la terra sola si colora e tinge,
ma ’l mare istesso in non men fiero assalto
rosseggia ancor di sanguinoso smalto.