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203.Ma che? Se da colei che vince il tutto
è vinto alfine il sempr’invitto Enrico,
l’alto onor de’ Borbon quasi distrutto
in parte a ristorar vien Lodovico,
che da sí degno stipite produtto,
aggiunge gloria al gran legnaggio antico,
e sotto l’ombra del materno stelo
alza felice i verdi rami al Cielo.

204.Or mi volgo colá, dove Baiona
smalta di Gigli i fortunati lidi.
Veggio superbo il mar, che s’incorona
di gemme e d’or, qual mai piú ricco il vidi.
Giá giá l’arena sua tutta risona
di lieti bombi, e di festiva gridi.
Veggio per Tonde placide e tranquille
sfavillar lampi, e lampeggiar faville.

205.Né l’Indico Oceano Orientale
tante aduna nel sen barbare spoglie,
né lo stellato ciel cumulo tale
di bellezze e di lumi in fronte accoglie.
Oh spettacol gentil, pompa reale,
oh bennato consorte, oh degna moglie!
Qual concorso di Regi e di Reine
scende a felicitar Tacque marine!

206.Risguarda in mezo al fiume, ov’io ti mostro,
vedrai colonne eburnee, aurei sostegni
con un gran sovraciel di lucid’ostro
far ricca tenda a un’isola di legni,
che fianco a fianco aggiunti, e rostro a rostro,
porgono il nobil cambio ai duo gran regni,
mentre prendono e dan Spagna e Parigi
Lisabetta a Filippo, Anna a Luigi.