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187.Né fia d’uopo additarti ad uno ad uno
di quest’ampia miniera i gran Monarchi,
e le palme, e le spoglie, e di ciascuno
l’eccelse imprese e gli onorati incarchi.
La folta selva degli Eroi ch’aduno
consenti pur che brevemente io varchi,
e scelga sol del numero ch’io dico
col degno figlio il valoroso Enrico.
188.Volgi la vista ove ’l mio dito accenna,
e la Lega vedrai l’insegne sciorre,
e quasi armata ed animata Ardenna,
tre foreste di lance in un raccòrre.
Ma d’altra parte il Paladin di Senna
vedile pochi e scelti a fronte opporre.
Vedi con quanto ardire oltre Garona
fa le truppe marciar contro Perona.
189.Montagna che del Ciel tocchi i confini,
selva d’antiche e condensate piante,
fiume che d’alta rupe in giú ruini,
tempesta in nembo rapido e sonante,
neve indurata in freddi gioghi alpini,
fiamma Ch’Euro a le stelle erga fumante,
Mar, Cielo, Inferno a l’animosa spada
forano agevol guado, e piana strada.
190.Guerrier, destrieri atterra, armi, stendardi
spezza, e sprezzando gli urti, apre le strade.
Nembi di sassi, grandini di dardi,
turbini d’aste, fulmini di spade
piovongli sovra, ed ei de’ piú gagliardi
sostien gl’incontri, agl’impeti non cade:
né stanco posa, né ferito langue,
fatto scoglio di ferro in mar di sangue.