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191.A pena il piede il pavimento tocca,
e l’ordigno volubile si move,
che ’l fonte traditor súbito scocca
saette d’acqua inaspettate e nove,
e prorompe in piú scherzi, e mentre fiocca,
tempesta par, quand’è sereno, e piove.
Spicciano Tonde, ed aventate in alto
movono a chi noi sa furtivo assalto.

192.Come qualora a Roma il festo giorno
del suo sommo Pastor riporta Tanno,
le fusette volanti a mille intorno
col fermamento a gareggiar sen vanno,
ma ne riedon poi vinte, e nel ritorno
lucido precipizio a terra fanno,
e fanno le cadenti auree fiammelle
un diluvio di folgori e di stelle:

193.cosí ’l bel fonte in piú fonti si sparse,
se non quanto diverso è l’elemento.
Questo gioco bagnò, quel laioi aise,
e l’una pioggia è d’òr, l’altra d’argento.
Alcun non sa di lor come guardarse
da quel furor, ch’assale a tradimento.
Altrui persegue, e quanto piú lo schiva,
dov’uom crede salvarsi, ivi l’arriva.

194.Ahi crudo Amor, versar fontane e fiumi
arte non è, che tu pur ora impari,
avezzo giá per soliti costumi
le tue fiamme a spruzzar d’umori amari.
E non ti basta ognor da’ nostri lumi
lagninosi stillar ruscelli e mari,
ma spesso vuoi che gl’infelici amanti
spargano il sangue, ove son scarsi i pianti.