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107.Piovuta si ringorga e si nasconde
l’acqua, e ’n cupo canal suppressa alquanto,
singhiozza sí, che ’l mormorio de Tonde
sembra di rossignuol gemito e pianto.
Poi per secrete vie sboccando altronde,
esce con forza tal, con furor tanto,
che si disfiocca in argentata spuma,
e somiglia a veder candida piuma.

108.Meraviglia talor, mentre s’estolle,
arco stampa nel ciel simile ad Iri.
Trasformasi l’umor liquido e molle,
vólto in raggi, in comete, in stelle il miri.
Miri qui sgorgar globi, eruttar bolle,
lá girelle rotar con cento giri,
spuntar rampolli, e pullular zampilli,
e guizzi e spruzzi e pispinelli e spilli.

109.Ne lo spazio che Torlo a cerchiar viene
tra cornice e cornice al maggior vase,
havvi un fregio di scudi, il qual contiene
Tinsegne in sé de le piú chiare case,
e di Cigni scherzanti e di Sirene
varie trecce ogni scudo ha ne la base,
che distendendo van su i bianchi marmi
Tali e le code, e fan cartiglio a Tarmi.

110.Posto è in tal guisa intorno a la bell’opra
l’ordin de Tarmi piú famose al mondo,
che de le Muse, che stan lor disopra,
reggon Tincarco, compartite in tondo.
Come l’una sostenga, e l’altra copra,
son tra lor con bel cambio appoggio e pondo.
Ogni statua uno scudo ha sotto il piede
e in ogni scudo un simbolo si vede.