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79.Or, qual Fortuna, in su la fronte ammassa
l’ampio volume de la treccia bionda.
Or, qual Cometa, andar parte ne lassa
dopo le terga ad indorar la sponda.
Aura talor, che la scompiglia e squassa,
fa rincresparla ed ondeggiar con l’onda,
onde il crin rugiadoso e sparso al vento
oro parea, che distillasse argento.

50.Parea, battuta da beltá sí cara,
disfarsi di piacer l’onda amorosa,
e bramava indurarsi, e spesso avara
in sen la si chiudea, quasi gelosa.
Chiudeala, ma qual prò, s’era sí chiara
che mal teneala al bell’Adone ascosa?
Però che tralucea nel molle gelo
come suol gemma in vetro, o lampa in velo.

51.Oh qual gli move al cor lascivo assalto
l’atto gentil, mentre si lava e terge!
Or np l’acque s’attufía, or sorge in alto,
or le vermiglie labra entro v’immerge,
or di quel molle e cristallino smalto
con la man bianca il caro amante asperge,
or il sen se ne spruzza, ed or la fronte,
e fa d’alto piacer piangere il fonte.

82.Adone anch’egli de’ leggiadri arnesi
scinto, e pien di stupore e di diletto,
sotto effigie gelata ha spirti accesi,
agghiacciando di fore, arde nel petto;
e mentre ha gli occhi al suo bel foco intesi,
svelle da le radici un sospiretto
cosí profondo e fervido d’amore,
che par che sospirar si voglia il core.