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59.Tra’ noderosi e nerboruti amplessi
del robusto amator la giovinetta
geme, e con occhi languidi e dimessi
dispettosa si mostra e sdegnosetta.
Il viso invola ai baci ingordi e spessi,
e nega il dolce, e piú negando alletta;
ma mentre si sottragge, e gliel contende,
ne le scaltre repulse i baci rende.

60.Ritrosa a studio, e con sciocchezze accorte
svilupparsi da lui talor s’infinge,
e ’ntanto tra le ruvide ritorte
piú s’incatena, e piú l’annoda e cinge,
in guisa tal, che non giá mai piú forte
spranga legno con legno inchioda e stringe.
Flora non so, non so se Frine o Thaide
trovar mai seppe oscenitá sí laide.

61.Serpe nel petto giovenile e vago
l’alto piacer de l’impudica vista,
ch’a le forze d’Amor Tiranno e Mago
esser non può, ch’un debil cor resista;
anzi da l’ésca de la dolce imago
l’incitato desio vigore acquista;
e stimulato al naturai suo corso,
meraviglia non fia, se rompe il morso.

62.E la sua Dea, che d’amorosi nodi
ha stretto il core, a seguitarlo intenta,
con detti arguti e con astuti modi
pur tra via motteggiando il punge e tenta.
Godi pur — dicea seco —, il frutto godi
de’ tuoi dolci sospir, coppia contenta.
Sospir ben sparsi, e ben versati pianti,
felici amori, e piú felici amanti.