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51.Vansi Tacque a versar, ma pigre e lente,
in ampie conche di forbiti sassi,
sí che raccor si può Iunior cadente
da Tordin primo de’ balcon piú bassi.
Pigra dico sen va l’onda lucente,
e move tardi i cristallini passi,
ché ’n sí ricco canal mentre s’aggira,
le sue delizie ambiziosa ammira.

52.E quindi poscia per occulta tromba
a sua propria magion passa ciascuna,
e traboccando con fragor rimbomba,
tanto lucida piú, quanto piú bruna.
Rassembra ogni magion spelonca o tomba,
par la luce del Sol luce di Luna:
pallido v’entra per anguste vie,
tanto che non v’è notte, e non v’è die.

53.11 portico, a cui l’onda in grembo piove,
serie di curvi fornici sostiene.
Fregiano il muro interior, lá dove
Tumido gorgo a scaricar si viene,
marmi dipinti in strane fogge e nove
di belle macchie e di lucenti vene.
Lusingan d’ognintorno i bei riposi
covili opachi, e molli seggi ombrosi.

54.Ma null’opra mortai l’arte infinita
de la cava testudine pareggia,
che di pietre mirabili arricchita
splende, e gemma plebea non vi lampeggia.
V’ha quel che ’l ciel, v’ha quel che l’erba imita,
v’ha quel ch’emulo al foco arde e rosseggia.
Stucchi non v’ha, ma di sottil lavoro
smalti sol coloriti in lame d’oro.