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187.S’egli avien che talor d’ira s’infiammi,
invettive e libelli usa per armi,
iambi talor saetta ed epigrammi,
talor satire vibra ed altri carmi.
Stupir sovente insieme e rider fammi
quando vien qualche versi a recitarmi
contr’un, che celebrar volse il Colombo,
e d’india, in vece d’òr, riportò piombo.

188.Per impetrar da te questa dimanda
d’esser ammesso in quel felice coro,
una fatica sua bella ti manda,
da cui scorger potrai, s’ha stil canoro,
e s’egli degno è pur de la ghirlanda
ch’altrui circonda il crin di verde alloro.
In questo libro, che qui meco ho io,
punge (fuor che te sola) ogni altro Pio.

189.Ogni altro Dio da la sua penna è tocco,
fuor che sol tu, cui sacra il bel presente.
Narra gli onor del tuo marito sciocco,
e qualche prova ancor di quel valente,
che de l’asta malgrado e de lo stocco
so che del cor t’è uscito, e de la mente;
u se non ch’oggi ad altro intenta sei,
leggerne almeno un saggio a te vorrei. —

190.— Qual trastullo maggior — Ciprigna disse —
dar ne potresti in fra quest’ozii nostri,
che farne udir di lor quanto ne scrisse
spirto sí arguto in suoi giocosí inchiostri?
qual cosa che piú grata or ne venisse
esser potea de l’opera che mostri?
Ma per meglio ascoltar ciò che tu leggi,
ti vogliam dirimpetto ai nostri seggi. —