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155.È tutta in moto la famiglia, or vanno
quei che curano il pasto, or fan ritorno.
Alcuni Amori a ventilar vi stanno
con ali aperte, e sferzan l’aure intorno.
Le quattro figlie del fruttifer Anno
per far in tutto il bel convito adorno
recan d’ogni stagion tributi eletti,
e son diverse d’abiti e d’aspetti.

156.Ingombra una di lor di fosco velo
la negra fronte e la nevosa testa.
Di condensato e cristallino gelo
stringe l’umido crin fascia contesta.
Qual nubiloso e folgorante cielo
minaccia il ciglio torbida tempesta
Copre il rugoso sen neve canuta,
calza il gelido piè grandine acuta.

157.Altra spirando ognor fecondo fiato
ride con giovenil faccia serena.
Un fiorito legame ed odorato
la sparsa chioma e rugiadosa affrena.
La sua vesta è cangiante, e variato
Iri di color tanti ha il velo a pena.
Va di verde cappello il capo ombrosa,
nel cui vago frontal s’apre una rosa.

158.L’altra, che ’ntorno al ministerio assiste,
par che di sete e di calore a vampi.
Ispida il biondo crin d’aride ariste,
tratta il dentato pettine de’ campi.
Secche anelan le fauci, arsicce e triste
fervon le guance, e vibran gli occhi lampi.
Umida di sudor, di polve immonda,
odia sempre la spoglia, ed ama l’onda.