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147.Bacia l’Agnel con innocente morso
acceso il Lupo d’amorosa fiamma.
La Lepre il Cane abbraccia, e l’ispid’Orso
la Giovenca si tien sotto la mamma.
L’aspra Pantera in su ’l vergato dorso
gode portar la semplicetta Damma.
E toccar il Dragon, ben che pungente,
del nemico Elefante ardisce il dente.

148.Mirasi Citherea che gli amorosi
scherzi ferini di mirar s’appaga,
e ride ch’animai tanto orgogliosi
sentan per un fanciullo incendio e piaga.
Par che sol del Cinghiai mirar non osi
gioco, festa o piacer, quasi presaga,
presaga che per lui tronca una vita,
ogni delizia sua le fía rapita.

149.’fai de’ vasi è il lavoro. Amor s’appiglia
a la maggior de le gemmate coppe,
poscia di quello stuol, che rassomiglia
le Semidee che si cangiaro in Pioppe,
per farne scaturir pioggia vermiglia
ad una con lo strai svena le poppe,
e fa che dal bel sen per cento spilli
odorato licor dentro vi stilli.

150.E tre volte ripiena, ad una ad una
tutte sorbille e propinò ridendo.
JNe bebbe una a Mercurio, a Vener una,
una a colui che la distrugge ardendo.
Cosí a ciascun ne dedicò ciascuna:
la prima a la Salute offrí bevendo,
l’altro vaso di vin colmo e spumoso
diede al Piacere, e l’ultimo al Riposo.