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99.In ogni tempo, e non arato o culto,
meraviglie il terren produce e serba,
e nel prato nutrisce e nel virgulto
la matura stagion mista a l’acerba;
perché l’anno fanciullo e ’nsieme adulto
dona il frutto a la pianta, il fiore a l’erba;
tal che congiunto il tenero al virile
lussuria Ottobre, e pargoleggia Aprile.

100.Di fronde sempre tenere e novelle
l’orno, l’alno, la quercia il ciel ingombra;
piante sterili sí, ma grandi e belle,
di frutto in vece han la bellezza e l’ombra.
L’allòr non piú fugace, opache celle
tesse di rami, e ’n guisa il prato adombra
che per dar agli Amori albergo ed agio
par voglia d’arboscel farsi palagio.

101.Vi fan vaghe spalliere ombrosi e folti
tra purpurei rosai verdi mirteti.
Quasi per mano stretti e ’n danza accolti
ginebri e faggi, e platani ed abeti
si condensan cosí, ch’ordiscon molti
labirinti e ricovri ermi e secreti;
né Febo il crin, se non talor, v’asconde,
quando l’aura per scherzo apre le fronde.

102.Trionfante la Palma in fra lo spesso
popolo de le piante il capo estolle.
Piramide de’ boschi, alto il Cipresso
signoreggia la valle, agguaglia il colle.
Umidetto d’ambrosia il Fico anch’esso
mostra il suo frutto rugiadoso e molle,
che piangendo si sta tra foglia e foglia
chino la fronte, e lacero la spoglia.

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