Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/335


51.Da tutti quattro i lati in ogni parte
il muro a varie imagini è dipinto.
Ciò che favoleggiar l’antiche carte
degli amori celesti, in esso è finto.
Gl’innamorati Dei mirabil arte
v’ombreggiò sí, che ’l ver da l’ombra è vinto;
e ben che tutti mute abbian le lingue,
il silenzio e ’l parlar vi si distingue.

52.Non son giá corrottibili colori
che le belle figure han colorite.
Misture tali incognite a’ Pittori
da macina mortai non fur mai trite.
Son quinte essenze chimiche, e licori
di gemme a lento foco intenerite,
minerali stillati, le cui tempre
mai non perdon vivezza, e duran sempre.

53.Se sí perfetta grana, azur si fino
avesse alcuno artefice moderno,
ben v’ha tal, che poria col legno e ’l lino
far al secol migliore ingiuria e scherno.
Del secondo miracolo d’Arpino
quanto fora piú chiaro il nome eterno?
dico di lui, che con la man far suole
quel che l’altro facea con le parole.

54.Il Ligustico Apelle, il Paggi vanto
sommo e splendor de la cittá di Giano,
quanto di gloria accrescerebbe, oh quanto
a le fatiche de la nobil mano!
Il mio Castel, che del Conquisto santo
fregia le carte al gran Cantor Toscano,
lasceria forse de’ suoi studi illustri
vie piú salde memorie a mille lustri.