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91.Fuor del boschetto alfine il passo ei spinse,
e dal centro del cor trasse un sospiro:
un sospir, che lo spirto in aura strinse
e fu muto Orator del suo martiro.
L’una allor si riscosse, e l’altro tinse
la pura neve del color di Tiro.
Volea parlar, ma quasi ghiaccio al Sole,
venia meno la voce a le parole.

92.A la leggiadra Vergine da presso
si fe’ pur sospirando, e pur gemendo,
con sí caldo desio nel volto espresso
che ne’ sospiri suoi chiedea tacendo,
ma cosí reverente, e sí dimesso,
che ne’ gemiti suoi tacea chiedendo,
e spargea mille d’aurei strali armati
fuor de’ begli occhi spiritelli alati.

93.Tosto ch’a quella luce il volto volse,
arse di pari ardor la Giovinetta.
Depose i fiori, ed ei quel fior si colse
ch’ai seguaci d’Amor tanto diletta.
Quando in letto odorifero gli accolse
la fresca molle e rugiadosa erbetta,
ne sussurrar, ne bisbigliar le fronde,
e dolce mormorio ne fu tra Tonde.

94.Ma la gelosa Dea, che ’l fallo ascolta
di quel suo disleal, che l’ha tradita,
tosto a le Furie infuriata e stolta
ricorre, e ’ncontr’al Giovane rináta.
Giá di squallide serpi il crine involta
vibra le faci sue d’Averno uscita,
e con foco e con tosco ecco ch’Aletto
gli coce il core, e gli flagella il petto.