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51.Tra Fauni e Driadi il di spazia e soggiorna
in aperta campagna o in chiuso ovile,
che per fregiargli le ramose corna
van de le pompe sue spogliando Aprile.
D’oro l’orecchie, e d’or la fronte adorna,
gli circonda la gola aureo monile,
ch’un tal breve contien: “ Ninfe e Pastori,
di Diana son io, ciascun m’onori

52.Le Ninfe fontaniere e le montane
ne la stagion ch’ai Cervo il corno casca,
onde povero ed orbo ei ne rimane
per piú corsi di Sol pria che rinasca,
gli componeano in mille forme estrane
su la vedova fronte ombrosa frasca,
e con bell’arte il rifacean cornuto:
quel che giá per natura avea perduto.

53.Tra quanti il favorirò e l’ebber caro
fu Ciparisso, un pellegrin donzello,
per cui languiva il gran Signor di Claro
che non vide giá mai viso piú bello.
L’etá con la bellezza iva di paro,
ch’era degli anni ancor su ’l fior novello,
e del suo bel mattin l’Alba amorosa
le guance gli spargea di fresca rosa.

54.Questo fanciul, da’ cui begli occhi acceso
piú che da’ propri raggi ardeva Apollo,
sempre a seguirlo, a custodirlo inteso
in pregio l’ebbe, e sovr’ogni altro amollo.
(ili avea di propria man fatto ed appeso
di squillette d’argento un serto al collo,
perché qualor da lunge il suon n’udiva
lo potesse trovar, se si smarriva.