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259.Con questi accenti il Calamo sonoro
Psiche gentil di sua salute informa,
che ben instrutta, e ’ntesa al bel tesoro,
attende ch’ogni pecora si dorma;
e poi c’ha da que’ tronchi il sottil oro
rapito alfín de la lanosa torma,
con esso in grembo a Citherea sen riede,
che veggendola viva, a pena il crede.

260.Con torvo ciglio e grosso cor la mira,
né cessa l’odio, anzi s’avanza e poggia,
e vie piú cresce essacerbata l’ira,
sí come in calce suol foco per pioggia.
A nova occas’ion la mente gira,
e d’affligerla pensa in altra foggia.
«So ben l’autor» dicea «di questa prova,
ma vo’ vederne esperienza nova.

261.Da quell’alpestra e ruvida montagna
ch’ai raggio orientai volge le spalle,
nume, che d’acque brune i sassi bagna,
scorrer vedrai ne la vicina valle.
Questo senza sboccar ne la campagna
esce di Stige per occulto calle,
e ’n quella nera e fetida palude
dopo lungo girar s’ingorga e chiude.

262.Se spavento il tuo petto or non occupa,
ed hai pur (come mostri) animo ardito,
lá nel piú alto colmo, onde dirupa
l’acqua, hai tosto a salir con piè spedito;
e da la scaturigine piú cupa
del fonte, che rampollo è di Cocito,
tentando il fondo de l’interna vena,
trarmi di sacro umor quest’urna piena».