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canto terzo 193


163.Quella Casa magnifica, che raro
a l’altrui vista i suoi secreti aperse,
al novo comparir d’oste sì caro
quanto di bello avea, tutto gli offerse;
e non sol di quel loco illustre e chiaro
la gloria incomparabile scoverse,
ma l’attuffò nel pelago profondo
di quante ha gioie e meraviglie il mondo.

164.Ne la torre primiera a destra mano
entrando il bell’Adon le piante mosse,
e si trovò dentro un cortile estrano,
il più ricco, il più bel che già mai fosse.
Quadro è il cortile, e spazïoso e piano,
ed ha di pietre il suol candide e rosse.
Par che ’l pavese un tavolier somigli
scaccheggiato a quartier bianchi e vermigli.

165.Torreggiante nel mezo ampia e sublime
sorge lumaca, onde si scende e poggia.
Quattr’archi, ch’escon fuor de le sue cime,
fanno una croce, ch’ai balcon s’appoggia
a cui congiunte son le stanze prime,
onde scorrer si può di loggia in loggia:
sì ch’una scala abbraccia e signoreggia
per quattro corridoi tutta la reggia.

166.Ne’ quattro quarti intorno, onde il cortile
da la croce diviso si comparte,
havvi intagliate da scarpel fabrile
quattro illustri fontane, una per parte,
di lavor sì stupendo, e sì sottile,
che ben si scorge che divina è l’arte.
Due d’alabastro e d’agata scolpite,
una di corniola, una d’ofite.