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canto terzo 153


3.Così spada lucente, arco depinto
con la pittura e con la luce alletta:
ma se l’una è trattata, e l’altro è spinto,
l’una trafige poi, l’altro saetta.
Così nuvolo ancor di raggi cinto
fiamme nel seno e fulmini ricetta;
e con dorato e luminoso crine
minaccia empia Cometa alte ruine.

4.Sirena, Hiena, che con falsa voce
e con canto mortale altrui tradisce.
Foco coverto, ch’assecura e coce,
aspe che dorme, e ’l tosco in sen nutrisce.
Spietato lusinghier, ch’alletta e nòce,
pietoso micidial, ch’unge e ferisce,
cortese carcerier, ch’a’ rei di morte,
quando chiusi gli ha in ceppi, apre le porte.

5.Dura legge, se legge esser può dove,
oppressa la ragion, regna la voglia,
e l’alma folle in strane guise e nove
per vestirsi d’altrui, di sé si spoglia.
Crudo Signor, ch’a forza i sensi move
a procacciarsi sol tormento e doglia.
Fère come la Morte, e non perdona,
senza distinguer mai stato o persona.

6.O del mondo Tiranno e di Natura,
se del materno duol gioisci e godi,
qual fia che schermo o scampo alma secura
abbia da le tue forze, o da le frodi?
Lasso, e di me che fia, che ’n prigion dura
vivo, e scioglier del cor non spero i nodi,
fin che quel nodo ancor non si discioglia,
che tien legata l’anima a la spoglia?