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Dolce.

gareggiando in delirio:

Sí, amore. Sono la tua scala di luce, ma breve e fragile. Vorrei moltiplicare all’infinito il mio corpo. Avresti cosí un miliardo di gradini di carne, sangue, sentimento, per salire verso la Luce. Ma, dimmi, sei felice?

Forte.

Sí.

Dolce.

Eppure, scorgo un’ombra di tristezza nei tuoi occhi.

Forte.

No, no! Sí... Anche tu!... Certo siamo felici, ma un’ombra vela la nostra gioia.

Dolce.

Sono i nostri vestiti neri, che non danno luce.

Forte.

Ogni amore porta sempre con sé il lutto di qualche cosa.

Dolce.

Anche se fossimo vestiti di rosso, ben poca gioia trarremmo da quel colore, poiché il buio beve ogni colore. La notte è profonda.

Forte.

Non è un’ombra, ma un rumore, che vela la nostra gioia. Ascolta quei due viventi che russano.

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