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Prima sintesi
STUFATO DI PAROLE
Fuori sipario.
L’autore
vestito da cuoco:
La mia commedia è servita in tavola! Ho qui però in cucina molte altre parole succulente! Tre etti di «possa» etrusca, cinque etti di teutoniche patate. Figgo la mia pupilla «inconsutile» nella materia trasmutante e non polluta. Il fuoco sillaba l’orazione suprema del costarne di vitello che dà lo spiro e stramazza nella «porta» infame della morte, col cubito flesso.
Seguo la spezzura delle ossa crismate che si transustanziano, poi incedo ormando la cucina ed esuberando le mie pupille «onuste» per cogliere la gemma della cottura.
Assommo l’ostello l’ara il palagio e la prora inaccessa. Nutro la ventraia bipartita della donna stanca, ma non amo la cuoca carca di mammelle che s’imbrodano. Odio il torrido lequame dell’incinta nel giacimento e l’ansito del vagente. La mia arte governa il priapo che s’inturge verso il madore
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