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Se sapeste! Per quella dannata speranza di estrarre l’oro artistico dalla vita, ho massacrato l’amore e perduto la mia donna. Fuggì, portandosi via anche i miei figli. (Lungo silenzio) Vede quella Signorina? E’ l’Ingenua, la mia amica. L’amavo, ma per amore dell’arte le consigliai di andare a vivere la vita, tutta la vita. Eccola li, scavata dalle ruote come una strada maestra. Poteva, come uno zampillo d’acqua, rinfrescare l’arsura della mia anima. Potevo dissanguarmi nelle sue braccia per il nostro piacere. Ho preferito dissanguarmi sulla carta! Con la tormentosa volontà di fissare eternamente l’antichissima ansia di luce. Infatti siamo gli assetati di luce. Invochiamo urlando e singhiozzando una luce un miliardo di volte più -intensa della più accecante luce elettrica... Ma il Grande Buio? Il Grande Buio se ne frega!... Parola poco elegante! Il Grande Buio esige dei riguardi? Penso invece che dopo tanti secoli di lotta con lui, corpo a corpo, si possa parlargli brutalmente. (Silenzio) Mi volete nudo? Ebbene sia. Ecco il suggeritore nudo, cioè il nudo del dolore dell’arte e della poesia. (Al poliziotto) Per carità, non pianga anche lei. Un poliziotto in lacrime non è cosa lecita né onesta. (Con terrore) Mi dica, mi dica: E’ forse anche lei autore? Via rida, rida, rida, rida a bocca spalancata cosí potrà arrestarmi liberamente. Ridiamo insieme tutti. Non vorrei che i mariti e i dongiovanni qui presenti rientrassero a casa piagnucolando e imprecando: «Accidenti al suggeritore! Mi ha talmente immalinconito che non sono più capace di baciare la mia donna». (Al poliziotto) Lei ha arrestato il mio corpo limitato. Sta bene. Ma chi arresterà il mio infinito? Ingenua! Ingenua! Vieni tu ad arrestare l’infinito. Si, coi -tuoi baci! Ti amo! Ti amo! Non amo che te (tendendole le braccia).
Ingenua
Non ti posso più offrire il muro roseo dell’ingenuità! Sono un triste tunnel come la vita vissuta. Mi attraverserai dunque scetticamente senza fine.
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