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Mario

dopo aver spiato col dottore il sonno affannoso di Eugenia:

Dottore, non allontanatevi, ve ne prego. Questa febbre mi preoccupa.

Il dottore

Non capisco perché i mulattieri tardino tanto a portare la neve. Andrò io alla neviera. Occorre vincere la temperatura coprendo tutto il corpo di neve.

Esce dalla breccia.

Eugenia

in delirio:

Mario! Mario! Mario, vieni qui. Vicino! Vicino! Ti faccio orrore?

Mario

No, no, amore. Speravo tu dormissi più calma.

Si china su Eugenia.

Eugenia

Dormo o sono sveglia? Non so. Prendimi fra le braccia. Ho seeete, seeete, seeeete! Ma non d’acqua! Di te! Di te! Che notte atroce, senza ristoro. Mario, baciami, baciami. (Singhiozza) Ma perché, perché mi hai portata qui? Volevo morire nel Vulcano. Ora non posso vivere cosí, con tutte queste piaghe che mi mordono, mi lacerano. Ognuna ha una bocca che mi tortura. Tutte implorano, tutte hanno sete. Temo di impazzire. Mario! Mario! Mario... Devo essere brutta!

Passa ringoiando il carrello. Buio completo e silenzio di un minuto. Poi brutalmente un urlo acutissi-

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