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Prima sintesi
Scena quasi tutta buia. Una piazzetta del Castello di Baia. In fondo (alla sinistra del pubblico) una casetta bianca, bassa, con terrazzo merlato sul cielo pallido di estremo crepuscolo. La casetta ha due porte di ferro e una finestra di prigione con inferriata semicoperta da un paravista di legno in forma di mezzo imbuto. Vicino a questa finestra, un mucchio di pietre, che permette di sporgersi ai merli. Lì accanto, sempre in fondo, nel centro, un’altra casetta (quella del guardiano), con una finestra carica di vasi di gerani. Sotto il muro laterale di questa casetta un fossato che declina verso un’alta griglia di cloaca. S’intravede confusamente tutto ciò nel buio completo. Entrano i prigionieri. Scalpiccio pesante e ballottio e ammucchiarsi di cappottoni scuri. La sala del teatro essendo oscura, come pure la ribalta, non si può distinguere nessun viso.
1° Prigioniero
Si stava meglio nelle prigioni di Siberia. Faceva tanto freddo che non si pensava a nulla. Le prigioni sono invenzioni dei diavoli del Nord! Ingabbiati nella neve o nel ferro!... Ma questo è il paese di Dio... E Dio non vuole prigioni! Vuole
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