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ÈÈ inteso. A tre chilometri dal forte francese A, a 6 chilometri dal forte spagnolo B, nella Valle di Rosai che separa le due giogaie di monti nemici, sarà costruito il Grande Albergo del Pericolo. La nostra Compagnia pagherà alla Francia e alla Spagna il 10 % delle loro probabili spese di munizionamento guerresco.

Contratto firmato. Il Grande Albergo costruito.

I miliardari stanchi d’ogni piacere, aspettavano ansiosamente, suprema distrazione, la Guerra!

Nulla. Mai la pace apparve così stabile. Tutte le cortesie, tutte le ovatte diplomatiche. Voluttuosissime carezze contraccambiate fra Francesi, Tedeschi, Inglesi, Italiani, Spagnoli, Austriaci, Nordamericani. Sulle alte terrazze del Grande Albergo del Pericolo eleganze, svenevolezze e fragilità delle belle donne d’estate, tutte veli, perle, braccia nude, intrise dei più dolci veleni crepuscolari. Capricci e fantasie di ventagli, profumi carnali, sorvegliati da altissime stelle. Quasi svapora quella agile mano ingioiellata, nel racconciarsi i capelli biondi, forse per aggiungere ai tre brillanti del suo diadema quella prima stella lacrima che riga la carne verde del cielo d’agosto.

NEL BAR


Alla finestra aperta del Bar due ventilatori, ruggendo aeroplanamente, respingono e trapanano le arricciatissime calde palme bambù del giardino pensile mentre all’interno architetture di liquori verde, rosso, oro.

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