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— Oh! mie pernici!... Perchè volete lasciarmi?... No! No! Chetatevi, pernici ribelli, e dormite nel mio ventre!... Ah!... La catastrofe!...

Tutti prevedevano, infatti, una formidabile inondazione, tanto la pancia di fra′ Gozzoviglia era divenuta monumentale!

I preti e gli abati si allinearono in lunga catena, facendo passare, dalle mani dell’uno a quelle dell’altro, enormi bacinelle di rame, che venivano disposte rapidamente sotto il grugno minaccioso del priore... Ma, fra tanta rumorosa confusione, nessuno si avvide di una monachina tutta grazia, che, guidata da Domineddio, venne ad accoccolarsi sulle ginocchia di fra Gozzoviglia!... Quella cara piccina si slacciò la ruvida tonaca — proh pudor! — dal collarino in giù, con squisita civetteria... e poi si diede a strofinare languidamente il sommo della pancia del priore, con le sue mammelline ardenti di vergine saggia!

Gozzoviglia sussultò si contorse... S’udì un grido acutissimo, cui seguì un profondo silenzio... Che cosa era avvenuto?...

La monachina giaceva stesa, insanguinato il seno, sulle ginocchia di Gozzoviglia, che si era addormentato!... Un diacono, allora, salì prontamente sul pergamo, e gridò:

— Miei carissimi Mangioni... Te Deum laudamus!... Il priore ha potuto turarsi lo stomaco, mangiando per frutta la rosea fragola di una mammellina virginea!...

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