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spremerlo, a dominarlo. Vecchia altalena cretina degli sposi e degli amanti in viaggio. Fra una diecina di giorni sarete in una piccola stazione a due ore da New York. Decidete senz’altro di non rimanere più soli, scegliendo tutti i mezzi per mescolare le vostre due vite ai tumultuosi formicai umani che ribollono affaristicamente, strangolati da un tempo feroce e da uno spazio assolutamente inallargabile.
Voi salite nel primo treno che passa. Strano: siete veramente soli, ma per poco tempo.
Cinque minuti dopo entra nel vostro scompartimento un uomo maturo, forte, sanguigno, massiccio che rivela un carattere calmo e meditativo. Si siede nell’angolo opposto al vostro, apre un giornale e legge tranquillo. Ogni tanto però si tasta il portafoglio nella giacca: ha indubbiamente una grossa somma di denaro addosso.
Alla stazione seguente tre marinai, brilli è sbrindelloni, entrano con lazzi e gomitate allegre, rullìi, beccheggi e si siedono pesantemente vicino all’uomo taciturno. Cominciano a scherzare fra loro, a spingersi l’un contro l’altro e a pigiarsi. L’uomo taciturno sbuffa, poi dice a bassa voce con calma:
— Please! Listen... I am not a lemon!
Ma i marinai continuano. L’uomo taciturno si alza e va a sedersi nell’altro angolo davanti a voi.
I tre marmai si alzano subito e vanno a sedersi di nuovo vicino a lui.
Uno dei tre dice con voce rude.
— I want a satisfaction from you:
— Why, please?
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