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Sembra corso dalle correnti elettriche feroci della lampada ad arco che tutta ilare di latte esplosivo lo doccia. Kam-Rim è nudo. È nudo. Potenza atletica. Il petto ha gonfiamenti mostruosi pieni di minaccia. Bruscamente il membro dell’impiccato si erige sulla folla, proiettando la sua ombra enorme di sigaro spavaldo sul lastricato bianco. Un urlo stridente lo saluta. È il vostro servitore bianco, amica mia, che si slancia verso il palo. Vuole arrampicarsi, non si sa a quale scopo. Tutti lo aiutano a salire. Sale, sale. Giunto ai piedi del negro li separa e sale più in alto. Allora, alzando il braccio, spara sei colpi di rivoltella a bruciapelo nel cuore di Kam-Rim.

Sarà il segnale di un’improvvisa fucileria.

Pam pam pam pam paak. Venti, cento, mille carabine sparano. Tutte puntate contro il corpo negro che crivellatissimo ondeggiando si sfascia tagliuzzato a pezzi e brandelli.

Alle quattro di notte plaaafff il cadavere s’abbatte sul lastricato. Alle cinque l’enorme luna bianca vendicata e soddisfatta, saluta con una lunga carezza bianca la città di Kuroo annunciando alle foreste che le ventagliano su la faccia tonda l’alito rosso dell’aurora:

— Ora vi sfido di trovare un negro, un solo negro nel cerchio di cento chilometri, anche se si volesse pagarlo cento milioni!

In quanto a voi, cara amica, appena avete visto fuggire dalla vostra bungalowi i1 vostro seduttore negro, seguite la folla, saziatevi con lei di barbarico linciaggio sino all’impiccagione. Poi rientrate per riposarvi. Finalmente, era tempo! Ma non po-


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