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Caldo soffocante. Seminuda e bianchissima nella vostra lieve camicia. Odorano tanto le vostre braccia nude?
No! Sono le gaggie del giardino che gareggiano coi garofani delle vostre ascelle. Lampo dei vostri denti fra le labbra carnose inquiete. Morbida noia nera dei vostri occhi naviganti, nell’avventura dorata dei capelli. Acre lana pesante del vento e del vostro affanno.
Ecco Kam-Rim, negro bellissimo, figlio di un ricco padrone di fattorie. Passa e ripassa davanti alla vostra bungalow con passi agili, a scatti scivolanti, cauti. Veste all’europea. Quasi. Pantaloni e fasce kaki, camicia di seta bianca e cravatta rosso scuro. Lancia a voi, a voi, occhiate precise ma languide bianco-e-nero lucenti sotto il sombrero kaki.
Ogni sera voi vi affacciate ed egli passa e ripassa. Fategli segno di entrare quando farà buio e via i pregiudizi sulle razze e sulla ferocia dei negri. Kam-Rim intelligentissimo è capace di superare, oltre alla sua, tutte le razze della terra come amatore ardente e insieme cortese. Anche saprà sussurrarvi tra un bacio e l’altro le più dolci, gioconde e turbolente canzoni negre.
Le cadenze sincopate della sua voce, mescolandosi all’acre dolciastro muschiato odore del suo corpo nudo, gonfieranno il vostro cuore di tutta la nostalgia che torce i visceri di quelle razze vinte, ma indomabili, condannate a perire eppur così ebbre di vita.
Ma siate cauta, per carità, che nessuno veda entrare ed uscire il negro dalla vostra bungalow.
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